Ogni brano del programma proposto dal duo di virtuosi Stefan Milenkovich ed Enrico Bronzi si inserisce in un contesto filosofico e culturale del tutto peculiare, il cui senso si risolve nella continuità del linguaggio musicale attraverso le epoche, pur nella sua necessaria trasformazione. Le bachiane Suite per violoncello rappresentano l’apice della polifonia barocca e della musica strumentale del XVIII secolo. La struttura a danze stilizzate si muove in continuità con le tradizioni musicali precedenti, ma è la complessità contrappuntistica di Bach a dar loro spessore filosofico-spirituale, incarnando gli ideali di ordine cosmico e bellezza divina. Il linguaggio musicale del XIX secolo si evolve verso maggiori espressività individuale e virtuosismo tecnico. Paganini e Ysaÿe esplorano i limiti tecnici dello strumento, elevando il musicista a “genio” romantico. Ecco dunque il lirismo di Tárrega e la raffinatezza di Kreisler, a incarnare l’idea di artista come creatore di bellezza e sentimento profondo. Il XX secolo, con le sue turbolenze e trasformazioni sociali, porta la sfida alle convenzioni musicali: dal linguaggio armonico innovativo di Ravel alle architetture compositive di Xenakis, basate su teorie scientifico-matematiche. È Dowland a ricondurci alla riflessione, all’intensa esplorazione delle emozioni umane, all’ideale di bellezza rinascimentale.