Tradimenti viene generalmente considerata una delle più celebri opere di Harold Pinter. La storia è quella di una relazione extraconiugale ripercorsa però a ritroso, dalla sua fine fino ai suoi esordi.
Tutto inizia due anni dopo la fine del rapporto e termina prima che esso abbia inizio. Un triangolo a tutti gli effetti, dalla trama apparentemente semplice e lineare. Se non fosse che il susseguirsi dei fatti lascia lentamente spazio alla complessità d’animo dei tre personaggi, accomunati da un segreto a volte difficile da portare.
Ed è forse proprio questo segreto l’elemento chiave della pièce: le parole non dette, i pensieri taciuti e le azioni nascoste riempiono le vite dei personaggi, invadono i loro spazi e si insinuano in tutte le loro relazioni. Ma, come spesso avviene con le opere dei grandi maestri, non è solo di loro che Pinter ci parla, sono infatti anche la nostra quotidianità e il nostro segreto ad essere messi in gioco.
Non c’è strazio maggiore per il cuore che il ripensare a ciò che avremmo voluto dire e abbiamo taciuto, a quel tradimento nato proprio dal nostro silenzio. È questo, forse, il modo con cui noi esseri umani cresciamo e diventiamo grandi.