Tratto dall’omonimo film francese del 2011 con Francois Cluzet e Omar Sy, Quasi Amici è una storia importante, di quelle storie che meritano di essere condivise e raccontate anche con il linguaggio delle emozioni più profonde: quello teatrale. Emozioni che, passando dal linguaggio cinematografico a quello teatrale, devono irrobustirsi però con parole e simboli precisi sul palcoscenico per poter rimandare tutti noi a un immaginario condiviso. La storia racconta la nascita dell’amicizia tra due uomini molto diversi per carattere e per estrazione sociale, uno l’antitesi dell’altro. Philippe è un uomo che vive di cultura e con la cultura vive, che si muove e conquista e soddisfa il proprio ego narcisistico con il cervello più che con il corpo. Il destino però, come per una sorta di contrappasso, lo ha relegato su una sedia a rotelle. Driss sin da ragazzino entra ed esce di galera, ha un’intelligenza vivace e una cultura fatta sulla strada, ma preferisce mettere il suo corpo avanti a tutto. Si fa predatore per sopravvivere, ma in realtà è preda delle proprie debolezze. Philippe e Driss si incontrano per caso, come due particelle che potrebbero portare a un’esplosione, ma che invece portano al miracolo. E mentre il miracolo avviene, loro ancora non lo sanno, ma possiedono un dono reciproco: la leggerezza. Ridere di sé e dell’altro per conoscere di più in profondità chi ci sta davanti: nudo, senza schermi. Lo scambio umano sul palcoscenico diviene intimo, mentre i due protagonisti crescono davanti agli occhi degli spettatori, ognuno nella rispettiva vita e in quella dell’altro, in un percorso che li porta a diventare reciprocamente indispensabili per poter proseguire il loro cammino su questa terra, lenitivi alla ferita che ognuno ha dentro di sé.
Incontro col pubblico DIETRO LE QUINTE
alle ore 20.00 nella cornice informale del Bar del Teatro
a cura di MARIO BRANDOLIN, critico teatrale