Il compito dell’essere umano è dare alla luce se stesso, cercando dentro all’Inferno, che molto spesso è da lui edificato, barlumi di Paradiso e trovandoli nel respiro leggero della poesia, nella magnificenza dell’arte, nelle scoperte della scienza, nel sapientissimo libro della Natura.
A partire dalla terza Cantica dantesca, Simone Cristicchi unisce due forme d’arte complementari e popolari come il teatro e la musica, in un’opera teatrale per voce, orchestra sinfonica e coro: racconto di un viaggio interiore dall’oscurità alla luce, attraverso le voci potenti dei mistici di ogni tempo.
Questa meravigliosa metafora dell’esistenza assume, in un momento così particolare e difficile nella storia dell’umanità, un significato ancora più importante: per Dante, infatti, Dio è una conquista che si trova solo in seguito a una lunga e impegnativa ricerca, nella quale la ragione gioca un ruolo fondamentale e fa comprendere la necessità dell’espiazione, di una presa di coscienza definitiva.