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29 Ottobre 2013 alle ore 20:45
/ 30 Ottobre 2013 alle ore 20:45

Othello, la H è muta…

testi di Davide Calabrese e Lorenzo Scuda
arrangiamenti musicali di Lorenzo Scuda
con gli Oblivion: Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli
e con Denis Biancucci pianoforte
consulenza registica di Giorgio Gallione
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia / Bags Entertainment / Malguion srl

L’inevitabile si è compiuto. Gli Oblivion – i cinque gradi di separazione fra Tito Schipa e Fabri Fibra – accolgono la sfida lanciata dalla numerologia dando vita ad uno spettacolo eccezionale, che condensa due secoli di critica musicale e teatrale in una rivoluzionaria scoperta: la differenza fra l’Otello verdiano e quello shakespeariano sta nell’H!
Così il doppio bicentenario Verdi-Wagner viene comicamente profanato alla maniera degli Oblivion: un’orgia fra Wagner, Verdi e Shakespeare nella quale a Rossini spetta il ruolo di voyeur.
Fra gli equilibrismi canori ed i montaggi beffardi cui ci hanno abituato questi cinque formidabili interpreti, affiancati questa volta da un pianista, la tragedia shakespeariana prende pieghe del tutto inattese e non c’è da stupirsi se i nobili personaggi verdiani si dimenticano i testi di Arrigo Boito per usare quelli di Mogol o di Zucchero…
Dopo le celebri parodie dedicate ai Promessi sposi, Skakespeare e Dante e la serie di esilaranti “lectio dementialis” in giro per le scuole italiane, gli Oblivion ci accompagnano in un nuovo, strabiliante viaggio musicale, al confine fra comico e didattico.

Dettagli

Inizio:
29 Ottobre 2013 alle ore 20:45
Fine:
30 Ottobre 2013 alle ore 20:45
Categoria Spettacolo:
Tag Spettacolo:

testi di Davide Calabrese e Lorenzo Scuda
arrangiamenti musicali di Lorenzo Scuda
con gli Oblivion: Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli
e con Denis Biancucci pianoforte
consulenza registica di Giorgio Gallione
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia / Bags Entertainment / Malguion srl

L’inevitabile si è compiuto. Gli Oblivion – i cinque gradi di separazione fra Tito Schipa e Fabri Fibra – accolgono la sfida lanciata dalla numerologia dando vita ad uno spettacolo eccezionale, che condensa due secoli di critica musicale e teatrale in una rivoluzionaria scoperta: la differenza fra l’Otello verdiano e quello shakespeariano sta nell’H!
Così il doppio bicentenario Verdi-Wagner viene comicamente profanato alla maniera degli Oblivion: un’orgia fra Wagner, Verdi e Shakespeare nella quale a Rossini spetta il ruolo di voyeur.
Fra gli equilibrismi canori ed i montaggi beffardi cui ci hanno abituato questi cinque formidabili interpreti, affiancati questa volta da un pianista, la tragedia shakespeariana prende pieghe del tutto inattese e non c’è da stupirsi se i nobili personaggi verdiani si dimenticano i testi di Arrigo Boito per usare quelli di Mogol o di Zucchero…
Dopo le celebri parodie dedicate ai Promessi sposi, Skakespeare e Dante e la serie di esilaranti “lectio dementialis” in giro per le scuole italiane, gli Oblivion ci accompagnano in un nuovo, strabiliante viaggio musicale, al confine fra comico e didattico.

Stagione 2013-2014

Othello, la H è muta…

Prosa
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Othello, la H è muta…

testi di Davide Calabrese e Lorenzo Scuda
arrangiamenti musicali di Lorenzo Scuda
con gli Oblivion: Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli
e con Denis Biancucci pianoforte
consulenza registica di Giorgio Gallione
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia / Bags Entertainment / Malguion srl

L’inevitabile si è compiuto. Gli Oblivion – i cinque gradi di separazione fra Tito Schipa e Fabri Fibra – accolgono la sfida lanciata dalla numerologia dando vita ad uno spettacolo eccezionale, che condensa due secoli di critica musicale e teatrale in una rivoluzionaria scoperta: la differenza fra l’Otello verdiano e quello shakespeariano sta nell’H!
Così il doppio bicentenario Verdi-Wagner viene comicamente profanato alla maniera degli Oblivion: un’orgia fra Wagner, Verdi e Shakespeare nella quale a Rossini spetta il ruolo di voyeur.
Fra gli equilibrismi canori ed i montaggi beffardi cui ci hanno abituato questi cinque formidabili interpreti, affiancati questa volta da un pianista, la tragedia shakespeariana prende pieghe del tutto inattese e non c’è da stupirsi se i nobili personaggi verdiani si dimenticano i testi di Arrigo Boito per usare quelli di Mogol o di Zucchero…
Dopo le celebri parodie dedicate ai Promessi sposi, Skakespeare e Dante e la serie di esilaranti “lectio dementialis” in giro per le scuole italiane, gli Oblivion ci accompagnano in un nuovo, strabiliante viaggio musicale, al confine fra comico e didattico.

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Othello, la H è muta…

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arrangiamenti musicali di Lorenzo Scuda
con gli Oblivion: Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli
e con Denis Biancucci pianoforte
consulenza registica di Giorgio Gallione
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia / Bags Entertainment / Malguion srl

L’inevitabile si è compiuto. Gli Oblivion – i cinque gradi di separazione fra Tito Schipa e Fabri Fibra – accolgono la sfida lanciata dalla numerologia dando vita ad uno spettacolo eccezionale, che condensa due secoli di critica musicale e teatrale in una rivoluzionaria scoperta: la differenza fra l’Otello verdiano e quello shakespeariano sta nell’H!
Così il doppio bicentenario Verdi-Wagner viene comicamente profanato alla maniera degli Oblivion: un’orgia fra Wagner, Verdi e Shakespeare nella quale a Rossini spetta il ruolo di voyeur.
Fra gli equilibrismi canori ed i montaggi beffardi cui ci hanno abituato questi cinque formidabili interpreti, affiancati questa volta da un pianista, la tragedia shakespeariana prende pieghe del tutto inattese e non c’è da stupirsi se i nobili personaggi verdiani si dimenticano i testi di Arrigo Boito per usare quelli di Mogol o di Zucchero…
Dopo le celebri parodie dedicate ai Promessi sposi, Skakespeare e Dante e la serie di esilaranti “lectio dementialis” in giro per le scuole italiane, gli Oblivion ci accompagnano in un nuovo, strabiliante viaggio musicale, al confine fra comico e didattico.

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