Sostantivi quali la stupidità, l’arroganza, la vanità e la superficialità, che generano inevitabilmente la guerra, sono declinati al femminile, ma immancabilmente attribuiti al maschile.
Lisistrata imperversa da quasi 2.500 anni sulla scena e scuote la testa sconsolata di fronte a tutto questo. Lo fa attraverso un meccanismo teatrale modernissimo, una specie di farsa dove molto si ride, ma che in maniera paradossale, e insieme umanissima, ci fa scoprire senza falso pudore i meccanismi perversi dell’irragionevolezza umana.
Lisistrata addita senza ipocrisia i vizi, le perversioni, il malcostume, la corruzione e le debolezze che ci portano da millenni a ritenere la violenza l’unico mezzo per risolvere i conflitti. Lo fa mettendo bene in chiaro che questo meccanismo opera sempre e a qualsiasi livello, avendo come unica conseguenza la sottomissione di colui che è il più debole in termini di forza fisica e di risorse materiali, non certo di intelligenza, cultura e sensibilità.
Arca Azzurra mette in scena Lisistrata grazie alla riscrittura del testo da parte di Ugo Chiti, che reinterpreta la classicità con occhio contemporaneo e insieme rispettoso dell’originale, trovando in Amanda Sandrelli una protagonista perfetta per la commedia di Aristofane.