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30 Novembre 2018 alle ore 20:45
L’Arte dell’Arco
Tartini / Corelli / Vandini / Vivaldi / Veracini
Giuseppe Tartini (1692 – 1770)
Sonata op. 1 n. 4
Arcangelo Corelli (1653 – 1713)
Sonata in mi minore op. 5 n. 8
per violino e basso
(con le ornamentazioni originali di Giuseppe Tartini)
Antonio Vandini (1691 – 1778)
Sonata in do maggiore
per violoncello e basso
Antonio Vivaldi (1678 – 1741)
Concerto in re maggiore op. 3 n. 9
(trascrizione per cembalo solo di J. S. Bach BWV 972)
Giuseppe Tartini
Sonata in la maggiore “Pastorale” op. 1 n. 13
per violino “discordato” e basso
Francesco Maria Veracini (1690 – 1768)
Sonata in re minore op. 2 n. 12
per violino e basso
Corelli è considerato il padre nobile della scuola violinistica, dove scrittura idiomatica, linguaggio armonico e tecnica strumentale trovano un primo calibrato compimento. Ma è Tartini, con lo sviluppo della tecnica virtuosistica, la scoperta del terzo suono e una vasta esperienza didattica a essere il padre del violino italiano. Tartini costruisce la tecnica violinistica su Corelli: lo dimostrano i brani in programma, che prevedono le due prassi complementari dell’ornamentazione (nella Sonata in re maggiore) e della variazione (espressa già nel titolo L’Arte dell’Arco).
Amico di Tartini fu certamente Antonio Vandini, virtuoso del violoncello di origini bolognesi, attivo nell’orchestra della Basilica Antoniana di Padova, al quale è attribuito un manoscritto sulla vita di Tartini e alcune sonate per violoncello fra cui quella in programma.
Francesco Maria Veracini, fiorentino, che frequentò Tartini durante il suo primo soggiorno veneziano, è invece considerato il virtuoso del suo tempo.
Il programma del concerto, che fa parte delle celebrazioni “Tartini2020”, ci offre un’immagine del virtuosismo lontana dallo stereotipo del fenomeno da baraccone, capace di suonare a velocità impressionante e di piegare il violino a ogni capriccio. L’arte dell’arco di Tartini, Veracini e prima ancora di Corelli è ricerca espressiva, esplorazione di colore, garbata conversazione che per essere interessante ha bisogno di molteplici elementi, non solo dello sfoggio di bravura.