Una storia di ragazzi friulani alla soglia dei 20 anni che vivono la loro breve giovinezza e affrontano il mondo: la miseria delle origini, le lotte contadine, l’emigrazione, ma anche l’amicizia, l’amore, la solidarietà. Elio Germano e Teho Teardo portano in scena il Pier Paolo Pasolini de Il sogno di una cosa in una versione di parole e musica: la storia è quella di chi ha vissuto la sua breve giovinezza affrontando il mondo dalla miseria delle origini alle lotte contadine, l’emigrazione, ma anche l’amicizia, l’amore, la solidarietà. Pasolini ci parla con le voci delle persone che dall’Italia del Secondo dopoguerra, stremate dalla povertà, sono scappate attraversando illegalmente il confine per andare in Jugoslavia, attratte dal Comunismo e con la speranza di trovare un lavoro dignitoso e cibo per tutti. Si comincia con l’ebbrezza di una festa, si finisce con la tristezza di una morte: “la meglio gioventù” è già finita. Concepito e scritto tra il 1948 e il 1949 Il sogno di una cosa viene pubblicato solamente nel 1962, e rappresenta perciò paradossalmente il romanzo d’esordio e di epilogo della stagione narrativa di Pasolini. Un testo che racconta l’Italia dalla miseria della guerra al boom economico e diviene parabola stessa dello scorrere della vita umana.