È con Bach che fino agli ultimi giorni vive Igor Stravinskij. Sul suo leggio del pianoforte – secondo la testimonianza di Robert Craft – c’è il primo libro de Il clavicembalo ben temperato ancora aperto sul Preludio in mi bemolle minore che Stravinskij suonò il 3 aprile 1971, tre giorni prima di morire.
A questa costellazione è dedicato il programma che presenta un Mottetto di Bach accanto al Concerto per pianoforte e orchestra di fiati e alla Sinfonia di salmi di Stravinskij. Come Bach anche Stravinskij compone “alla gloria di Dio” e dedica la Sinfonia di salmi nel 1930 al 50° anniversario della Boston Symphony di Koussevitzky: una sinfonia per coro e strumenti, collocati su un medesimo piano al fine di consentire un grande sviluppo contrappuntistico. Il Concerto è invece del 1924: Stravinskij lo scrive per se stesso e per i suoi concerti come pianista ed è una composizione piena di echi di Bach, Scarlatti, Händel (sono gli anni in cui fu lanciato lo slogan del “ritorno a Bach”).
I Mottetti di Bach (che emozionarono fino alle lacrime Mozart quando ne vide i manoscritti a Lipsia) rappresentano la tradizione “a cappella“ nella successiva cultura ottocentesca, anche se vanno eseguiti “colla parte“, cioè con accompagnamento strumentale. E così sarà eseguito il Mottetto in programma. Un programma affascinante quello proposto da Marco Feruglio (pianista della scuola di Nino Gardi, poi direttore d’orchestra alla “Bottega“ di Peter Maag), alla guida di alcune delle migliori formazioni della nostra Regione: il Collegium Apollineum (orchestra con strumenti originali), l’Orchestra San Marco di Pordenone, il Coro del Friuli Venezia Giulia (maestro del coro è Cristiano Dell’Oste).
Il pianista Federico Lovato si è diplomato al Conservatorio “B. Marcello“ di Venezia, dove nel 2005 ha vinto il Premio “Marina Pasqualy”.