Nell’estate del 1951, all’indomani dalla Seconda Guerra Mondiale, tre famosi musicisti esuli dalla Germania nazista, Adolf Busch, Hermann Busch e Rudolf Serkin devono decidere il programma del concerto inaugurale di quella che sentono come una scommessa che sintetizza le loro vite, la loro unione artistica e il percorso che li ha portati sin lì: dal rifiuto del nazismo all’esilio volontario, dal ripudio della cittadinanza tedesca all’emigrazione negli Stati Uniti. Si tratta del Marlboro Music Festival, un ritiro dove i musicisti possono collaborare, studiare, insegnare e fare musica in libertà. Tra esecuzioni, dissensi e contrasti, lo spettacolo immagina lo scambio di idee tra i tre rappresentanti della “vecchia Europa” e i loro giovani allievi americani. La scelta per la Prima ricade su Beethoven, il musicista per eccellenza portatore degli ideali di fratellanza e collaborazione tra i popoli. Sarà L’Arciduca a inaugurare il Festival, l’ultimo Trio composto dal genio di Bonn, il ponte verso futuri capolavori. La regista, drammaturga e saggista Maria Letizia Compatangelo sceglie il vivace e gioioso Trio Metamorphosi per dare forma a questa rappresentazione scenica. Mauro Loguercio al violino e i fratelli Angelo e Francesco Pepicelli al pianoforte e violoncello si cimentano in una convincente prova attoriale confermando, sin dal nome, quanto questo complesso cameristico non risulti mai schiavo dell’abitudine, bensì sia sempre pronto creare prospettive di crescita in ogni performance.