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11 Giugno 2021 alle ore 20:15
Roberto Citran / L’arte dell’Arco
Tartini, la morte e il diavolo
Monologo per attore ed ensemble da camera di Sergio Durante
Federico Guglielmo violino
Diego Cantalupi liuto
Francesco Galligioni violoncello
Roberto Loreggian clavicembalo
Giuseppe Tartini (1692 – 1770)
Sonata in mi minore “Senti lo mare”
per violino e continuo
Antonio Vandini (1690 – 1778)
Concerto in re maggiore
per violoncello
Adagio
Giuseppe Tartini
Sonata in la maggiore op. 1 n. 13 “Pastorale”
per violino e continuo
Concerto I in si bemolle maggiore
(trascrizione di L. Frischmuth)
Allegro
Antonio Vandini
Sonata in do maggiore
per violoncello e continuo
Giuseppe Tartini
L’Arte dell’Arco
Variazioni composte sopra alla più bella Gavotta del Corelli
Opera Quinta per violino e continuo
Aria del Tasso
dalla XV Sonata in sol maggiore delle Piccole Sonate a violino solo
Il Trillo del Diavolo
Sonata in sol minore
per violino e continuo
Tempo giusto della Scuola Tartinista
I sogni dell’autore
Tartini rivive grazie alla voce di Roberto Citran. Al momento di redigere il proprio testamento, il “primo violino d’Europa”, “maestro delle nazioni” e “maggior compositore del suo tempo” – così lo chiamavano – tira le somme della propria avventura umana attraverso un viaggio nella memoria, di volta in volta ironico e impegnato.
Sulla solida base di documenti d’archivio e lettere, ne scopriamo le ambizioni, gli amori, la spiritualità, il duro lavoro, ma anche la vita quotidiana in un Veneto che non esiste più, fra istituzioni musicali fastose, ritiri artistici, incontri con personaggi grandi e piccoli, dal matematico Eulero alla figlia di un popolano, dal fisico Riccati allo scalzo contadinello.
Ben oltre l’immagine romanzesca del “trillo del diavolo”, lo spettacolo restituisce, almeno in parte, la figura complessa ed enigmatica del musicistafilosofo più noto del Settecento.
I quadri biografici sono alternati a brani musicali scelti fra le oltre 400 composizioni da Federico Guglielmo, uno dei più raffinati interpreti di Tartini, per restituirci gli “affetti” che il compositore si sforzò di dipingere sonoramente, in un colloquio serrato e problematico con la poesia, coltivata come seconda passione.