Una commedia storica che non si attiene alla storia

di Friedrich Dürrenmatt
traduzione di Aloisio Rendi
regia di Roberto Guicciardini
con Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini

PigrecoDelta

Romolo Augusto è stato l’ultimo imperatore di Roma. È un uomo che, secondo Dürrenmatt, paga il personale di casa o i suoi ministri con le foglie d’oro della sua corona e alleva polli ai quali ha dato i nomi dei precedenti imperatori. Si immalinconisce o si esalta a seconda delle soddisfazioni che gli danno le sue galline, e la colazione a base di uova determina il trionfo di una o dell’altra.
Non nutre alcuna preoccupazione per i Germani che si stanno avvicinando alle porte della capitale, anzi li aspetta con trepidazione.
Eppure, nonostante tutto, nel disastro generale, è lui il più consapevole. Considerato da tutti un pazzo, in realtà è persona troppo lucida per chiudere in un bagno di sangue la bella favola dell’impero che dominò il mondo.
Nello spazio dei tre atti della pièce di Dürrenmatt, un testo dai meccanismi perfetti, si passa da un tono buffonesco e canzonatorio ad un vero e proprio monito: un invito alla riflessione attraverso una denuncia sarcastica e provocatoria.